Riflessioni / febbraio 2009
DIO C'E'. NON C'E'.
FORSE... CHISSA'...
Il Silenzio e il Segreto
Un discorso su Dio dovrebbe iniziare con un silenzio lungo almeno quanto sono durate tutte le azioni malvagie compiute da sempre dagli uomini. I quali, da che mondo è mondo, non si sono mai assunti le loro responsabilità per aver fatto il male. Perciò chi bombarda dice di avere buone ragioni per tirare bombe, chi si fa esplodere dice di avere motivi validi per ammazzare se stesso e altri, chi stupra, violenta, brucia il prossimo osa dire che ha avuto una vita sofferta o che voleva fare un’esperienza forte...
Scrive un pensatore moderno che noi non potremmo accorgerci del male se non ci fosse il bene, non potremmo accorgerci del buio se non ci fosse la luce. Il bene più alto è Dio. La luce più luminosa è Dio. Per questo un discorso su di Lui dovrebbe forse iniziare con un silenzio lungo almeno quanto sono durate tutte le nostre male azioni.
Invece non siamo più abituati al silenzio. Siamo rincretiniti dai rumori. Scoppia una guerra. C’è un terremoto. Ecco la notizia. Si contano i morti. Dopo qualche giorno la notizia non c’è più. Come se nulla fosse mai accaduto. Così a Londra come a Genova ecco l’ultima su Dio: gli atei hanno messo una pubblicità sugli autobus con una scritta che dice più o meno “Dio non esiste. Campa la vita e non ti preoccupare”. I credenti, piccati da tanto ardire, hanno risposto con scritte che dicono proprio il contrario.
Che spettacolo questi atei e questi credenti che si rimbeccano gli uni con gli altri. Trattano Dio (Luce? Bene?) come fosse un prodotto industriale da pubblicizzare, come se Dio non esistesse o esistesse a seconda che atei e credenti decidano di non farlo essere o di farlo essere.
Ricordate? Fino a qualche anno fa i cartelloni stradali sulla via Pontina erano imbrattati di scritte bianche “Dio c’è”. Forse quegli intraprendenti scrittori s’illudevano di incutere un certo timore reverenziale nei lettori che sfrecciavano sulla statale “148”. Come ad avvertirli: attenzione, “Dio c’è”; ricordatevi che “Dio c’è”. A volte i peggiori difensori di Dio sono proprio certi credenti, che credono che dicendo “Dio c’è” abbiano risolto il problema delle tenebre e della luce, di chi tira bombe e violenta, di chi fa il bene e si comporta degnamente. Non è così semplice. Un famoso pensatore moderno fa notare che “un Dio che c’è, in realtà non esiste”.
Se Dio “c’è” come “c’è” la pagina che stai leggendo; se Dio “c’è” come c’è la penna, l’albero o la mucca, allora “Dio” è una “cosa”, e come tale non esiste. Infatti una cosa oggi c’è, ma domani già non c’è più. Perciò se “Dio c’è”, allora non esiste.
Gesù insegna: quando preghi non ti fare pubblicità; prega nella tua cameretta e prega in segreto il Padre tuo. E il Padre tuo che vede in segreto ti ascolterà. Ma Gesù è una Persona troppo seria per poter essere preso sul serio da noi, malati di presuntuosa superficialità.
Vivere da lupi
Abbiamo deciso di vivere senza Dio.
Abbiamo deciso che conta il conto in banca.
Abbiamo deciso che conta il SUV che ci siamo comprati.
Abbiamo deciso che conta la nuova amante che abbiamo.
Abbiamo deciso che conta sfoggiare il lusso. Abbiamo deciso che conta lavorare per noi stessi.
Abbiamo deciso che conta arraffare più che possiamo.
Abbiamo deciso che conta schiacciare gli altri.
Abbiamo deciso che conta elevarci nella scala sociale e economica.
Abbiamo deciso che conta essere furbi, forti, potenti.
Conto in banca, SUV, amante, lusso, lavoro, salute, arraffamento, posizione sociale e economica, forza, furbizia, potenza sono tutte cose che ci siamo dati da soli. Ce le abbiamo grazie alla nostra capacità e alla nostra tecnologia. Così abbiamo deciso che esistiamo noi, solo noi stessi, nessun altro al di fuori di noi stessi.
Abbiamo deciso cioè di vivere da lupi (sia detto scusandoci coi lupi, che seguono la loro natura). “L’uomo è un lupo per gli uomini” scrive Plauto (Asinaria, II,44,88). Però poi ci meravigliamo.
Ci meravigliamo se la banca ci deruba. Ci meravigliamo se il meccanico ci fa pagare un conto salato per sistemare il SUV. Ci meravigliamo se l’amante si fa pretenziosa. Ci meravigliamo di essere depredati, rapinati, violentati, stuprati, bruciati. Ci meravigliamo se gli altri arraffano e rubano e violentano... Ci meravigliamo che ci sia la violenza... Chiediamo ordine, bontà, luce! Anzi diciamo di andare in cerca dei “valori perduti”...
Questa società indemoniata somiglia a quel paese dove Gesù andò e guarì un indemoniato posseduto da molti demoni. Cacciò i demoni in un branco di porci che si precipitarono in mare. I padroni dei porci videro il compaesano ex-indemoniato guarito e in compagnia di Gesù. Avrebbero potuto chiedere a Gesù cento altre grazie e ricevere mille doni da lui. Invece lo pregarono di andarsene dal loro paese. Gesù se ne andò senza voltarsi indietro (Marco 5).
Noi abbiamo deciso di fare a meno di Lui. L’abbiamo cacciato. Lui se n'è andato. Ora siamo soli con noi stessi. Esiste solo il nostro branco di lupi. Con la nostra potenza tecnologica e la nostra forza. Poi basta una bronchitella o un nodulino e il conto in banca si prosciuga, il SUV non serve più, non ce la facciamo a fornicare con l’amante, non serve sfoggiare il lusso, né fare i furbi, né arraffare. Perdiamo potenza. La tecnologia ci aiuta. Ci accompagna nella camera mortuaria.
Che lupi ignoranti siamo. Non sappiamo che in Dio viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. E che Lui ci dà la vita, il fiato e ogni cosa. Nonostante la nostra ingratitudine.
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