Riflessioni

Un figlio senza padre

Un figlio senza padre

Dietro l’apparente follia dei figli può esserci un’esigenza affettiva non corrisposta o c’è solo ribellione?

 

[Gesù] entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi parenti, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «È fuori di sé». Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni».

Ma Gesù, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito immondo». Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».

Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».

Il brano citato (Marco 3,20 ss.), registra un aspetto poco noto della vita di Gesù, la situazione conflittuale che egli visse con la propria famiglia, almeno fino a un certo punto della propria vita. La cosa non può passare inosservata. In considerazione della situazione spesso problematica che si registra oggi all'interno delle famiglie, forse anche i problemi vissuti da Gesù e il modo in cui egli li affrontò e li risolse, possono fornire princìpi e criteri per risolvere i nostri problemi.

Alcune domande si impongono: Perché mai i capi religiosi ritenevano che Gesù era addirittura posseduto dal demonio? Come mai i famigliari di Gesù lo credevano fuori di sé, cioè folle? Forse la mancanza di un "vero" padre può aver influito negativamente sul suo carattere? Ma davvero era così fuori di sé da indurre i suoi famigliari ad andarlo a cercare forse per riportarlo a casa? Era proprio impazzito, Gesù? Il Vangelo risponde a queste e a tante altre domande sulla vita della famiglia. I criteri del Vangelo prevedono un padre tiranno o una madre matrona per la buona conduzione famigliare? È possibile che dietro l’apparente follia dei figli ci sia talvolta un’esigenza affettiva non corrisposta o c’è semplicemente una voglia di ribellione?

In un altro brano (Giovanni 5,17 ss.) si legge questo discorso di Gesù: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.

Come può Gesù chiamare Dio suo padre? Anzi come può chiamarlo addirittura "abbà", cioè "papà"? La società oggi sembra vivere senza credere che ci sarà una resurrezione. Invece Gesù presenta il Padre suo come colui che risuscita i morti: sta forse sbagliandosi, Gesù? Sta esagerando con una simile affermazione? Perché mai Gesù parla di ascolto della parola di Dio e di fede? È forse possibile imparare a credere, cioè a fidarsi di Suo Padre? E questo Padre, è soltanto Padre di Gesù o anche Padre di ogni essere umano? Oppure siamo semplicemente tutti figli di nessuno?

Le domande qui poste sono spunti per gli studi sul Vangelo che si tengono presso la Chiesa di Gesù Cristo  in Pomezia ai quali tutti sono cordialmente invitati a partecipare. [R.T.]

                                                                                                                                                                                                                                                                         © Riproduzione riservata

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