Riflessioni

Sull''eterno

2020: Kirk Douglas al Teatro Greco di Siracusa

 

Stagione teatrale estate 2020: performance di Kirk Douglas al Teatro Greco di Siracusa! Si tratta di una notizia evidentemente inattendibile, perché il famoso attore americano (di origini olandesi, era nato ad Amsterdam il 9 dicembre 1916) è morto il 5 febbraio scorso alla bella età di 103 anni. Eppure dietro la notizia evidentemente inattendibile si può forse scorgere un fondo di realtà. Con la sua opera cinematografica Kirk Douglas ha iscritto il proprio nome sulle ali di una fama artistica “eterna”. Proprio la stessa eternità artistica delle pietre del Teatro Greco di Siracusa dove lavorò Eschilo venticinque secoli or sono. La stessa eternità contemplata da Andrea Camilleri quando, assiso fra le pietre del Teatro, rappresentava il suo Tiresia nel giugno 2018.

Certo, anche Kirk Douglas avrebbe meritato di avere il proprio nome scritto in un Salone della Fama (Hall of Fame) all’interno del Teatro eterno siracusano, lui che aveva interpretato Il lutto si addice ad Elettra (1947) e Spartacus (1960). Bisogna tuttavia riconoscere che questa eternità artistica è pur sempre fatta di date, di tempo, di inizi di splendide carriere artistiche e di fini delle carriere stesse, pur grandi e memorabili.

Anche lo stesso Teatro Greco di Siracusa proprio eterno non è. Scirocco e Maestrale, sole e pioggia, esigono il loro contributo dalle belle pietre bianche del teatro su cui noi ci sediamo a contemplare una eternità pur sempre datata, pur sempre finita. Grandi pensatori hanno tentato con qualche successo di volgere lo sguardo poetico all’eternità. Si pensi ai versi di Giacomo Leopardi: «e mi sovvien l’eterno,/E le morte stagioni, e la presente/E viva, e il suon di lei. Così tra questa/Immensità s’annega il pensier mio:/E il naufragar m’è dolce in questo mare».

A questi versi fa eco il sistema filosofico pensato da un grande filosofo italiano scomparso di recente (del quale noi italiani non ci siamo accorti), Emanuele Severino (1929-2020), secondo il quale «tutto è eterno».

Qui può forse essere utile presentare qualche pensiero biblico sull’eternità. “E Abramo piantò un tamarindo a Beer-Sceba e lì invocò il nome del Signore, Dio dell''eternità”. “Benedetto sia il Signore, Dio d''Israele, d''eternità in eternità!» E tutto il popolo disse: «Amen!» e lodò il Signore”. “Davide benedisse il Signore in presenza di tutta l''assemblea, e disse: «Sii benedetto, Signore, Dio del padre nostro Israele, di eternità in eternità! (Genesi, 21; 1 Cronache, 16 e 29). «Alzatevi e benedite il Signore vostro Dio, di eternità in eternità! Si benedica il tuo nome glorioso, che è esaltato al di sopra di ogni benedizione e di ogni lode!” “Prima che i monti fossero nati/e che tu avessi formato la terra e l''universo,/anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio”. “Il tuo trono è saldo dai tempi antichi,/tu esisti dall''eternità”. “Benedetto sia il Signore,/il Dio d''Israele,/d''eternità in eternità!/E tutto il popolo dica: «Amen!»/Alleluia”. “Io osserverò sempre la tua legge,/per l''eternità (Neemia, 9; Salmi, 90; 93; 106; 119). William Blake, famoso pittore inglese, per la sua opera si ispirò a queste parole: “Io [la Sapienza] fui stabilita fin dall''eternità,/dal principio, prima che la terra fosse” (Proverbi, 8). “Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell''eternità, sebbene l''uomo non possa comprendere dal principio alla fine l''opera che Dio ha fatta” (Qohelet, 3). “Infatti così parla Colui che è l''Alto, l''eccelso,/che abita l''eternità, e che si chiama il Santo. «Io dimoro nel luogo eccelso e santo,/ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito/per ravvivare lo spirito degli umili,/per ravvivare il cuore degli oppressi (Isaia, 57). “Io ti fidanzerò a me per l''eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni” (Osea, 2). “Gli uomini cerchino il Signore/e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome,/dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall''eternità” (Atti, 15). “Dio ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall''eternità” (2 Timoteo, 1).

Non ci si illude che con poche citazioni si riesca a indurre pochi o molti almeno a pensare e a pensare l’eternità. Vince la distrazione prodotta da finti baci e provocanti scollature. L’alienazione impedisce di contemplare l’Eterno. Si è troppo occupati e perduti dietro ciò che è subitaneo per desiderare di imparare a pensare l’Eterno e la nostra finitudine che in lui naufraga.

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Roberto Tondelli

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