Riflessioni

Incontri con la Parola di Cristo

Dalle paure alla fiducia di Cristo PESSIMISMO GRECO Nonostante la sua sapienza tecnologica l’homo sapiens è ancora attanagliato da paure. Ci sono grandi paure: la Terra si riscalda, si sciolgono i ghiacciai; la globalizzazione sembra aver favorito i giochi dell’alta finanza, ma non pare aver risolto il problema di una prospettiva positiva per le giovani generazioni. Ci sono paure più immediate e quotidiane: attese di molti mesi per chi non può pagare analisi cliniche specialistiche, con conseguenti paure per la propria salute; paure e fobie originate da una società violenta in cui si va perdendo il gusto per le cose belle. Poi le paure generano ansie, che si cerca di addomesticare con le pillole… Ma l’assistenza tecnologica non ci è di molto aiuto nel vincere ansie e paure, che permangono e anzi, se non si sta attenti, ci rendono sempre più chiusi e con la voglia di costruire muri di tutti i generi: ci sentiamo assediati. Sembra di moda oggi ritenere che un modo per vincere le paure è tornare alla sapienza greca – proprio così, il moderno homo technologicus pensa di addomesticare le proprie ansietà tornando alla cultura greca. A chi si chiede dove sia possibile trovare un senso nella vita o a cosa ci si possa appellare nei momenti di sconvolgimento, si risponde con sapienza greca che il senso della vita sta solo nell’amore, salvo però a dubitare subito di questa risposta ricordando che “la cosa più difficile da trovare nei legami amorosi è l’amore” (La Rochefoucalud). Al giovane che chiede se esista una “costante” della vita, un “riferimento”, un “perché per il quale impegnarsi”, qualcosa d’importante al quale “affidarsi”, la sofìa/sapienza greca risponde che l’urto del tempo è inevitabile e ci viene incontro con la sua “minaccia in una vita senza senso e senza scopo”. Per la cultura greca, la vita è drammaticamente “insensata”. Questa è sapienza greca. Le risposte appena fornite sono la sintesi del pensiero di Umberto Galimberti, il quale infatti si presenta dicendo “io sono greco”, e come tale ragiona e consiglia. OTTIMISMO CRISTIANO Quanto è diversa la meravigliosa visione pratica di fede fiduciosa in Cristo, il Grande Dimenticato! Quanto farebbe bene ai predicatori dell’insensatezza della vita rileggere l’evangelo di Luca in cui Gesù mostra l’amore del Padre che toglie i pesi dalle spalle della persona umana: egli si accosta a chi ha perduto i propri cari e restituisce nuova vita; svela agli umili il grande affetto di Dio; insegna che se gli uomini, che sono malvagi, sanno dare buoni doni ai loro figli, tanto più il Padre celeste dona la sua forza, per superare paure e ansie, a coloro che glielo domandano; “non siate in ansia per la vita vostra, perché la vita è più del nutrimento”, ma il Padre vostro sa che avete bisogno delle cose necessarie. Gesù si presenta nell’evangelo di Giovanni come “parola” di Dio mediante cui ogni cosa è stata fatta. Questa “parola” è vita e luce: vita che alimenta vita e luce che riscalda – altro che insensatezza e tragedia. Questa “parola” sapiente “tracciava un circolo sulla superficie dell’abisso… era presso Dio come un artefice, era continuamente esuberante di gioia, si rallegrava in ogni tempo” (Proverbi 8,22 ss.). La gioia, l’allegrezza esuberante (non la tragedia) è la peculiarità della Parola Sapiens che sorregge il cosmo e quindi l’esistenza, piena di senso, di ciascuno. Ed è mediante questa “parola” che il Padre ci parla oggi: non banali messaggi mensili, non frasette twittate, né vuota propaganda, ma “la” parola di Dio, cioè colui che Dio ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha creato i mondi; il quale è lo splendore della gloria di Dio e l’impronta della sua essenza e sostiene tutte le cose (tutte le cose!) con la parola della sua potenza. Quante cose interessanti fa e dice questa “parola” che è azione/parola dell’amore di Dio. Ma in base a quale criterio si dovrebbe gettare via un tale Amore Incoraggiante e Costruttivo per abbracciare la greca “insensatezza”? Giovanni ricorda che Dio è Amore ed esorta a vivere in questo Amore che è osservanza dei comandamenti divini. Perciò “nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore compiuto caccia via la paura”. A te che sei un triste greco rispondo con gioia, “io cristiano sono”.

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