Riflessioni

TANK MAN

Giornalismo e libertà: Tank Man Morto a Bali Charlie Cole, fotoreporter che da un albergo di Piazza Tianammen fotografò l’uomo che, solo e disarmato, fermò una colonna di carri armati durante le proteste democratiche in Cina (1989) Tank Man (1989) Qualche giorno fa un giornalista della CNN si è fatto una passeggiata per le strade di Pechino chiedendo a comuni passanti se riconoscevano la foto dell’uomo che solo, disarmato e con due buste di plastica in mano era riuscito a fermare una colonna di carri armati che a Pechino nel 1989 entravano in città per annientare nel sangue le dimostrazioni che si tenevano in favore della libertà (circa 3000 uccisi). Quasi nessuno dei passanti riconosceva la fotografia, ma diversi studenti universitari erano a conoscenza di quegli eventi e di quella foto. La quale fu scattata con il teleobiettivo dal fotoreporter Charlie Cole dal balcone della sua stanza d’albergo. Impossibilitato ad uscire a causa dei disordini, Cole vide dalla finestra l’avanzata dei carri armati, inviati da Deng Xiaoping, uno dei leader del partito che scelse la linea dura contro la protesta. Lo sconosciuto cinese con le buste di plastica in mano si era messo semplicemente davanti al primo dei carri, impedendone l’avanzata. Dopo un poco l’uomo venne prelevato e di lui non si seppe più nulla. Ma quella foto è rimasta storica, emblema di ciò che un solo uomo, mosso da un chiaro intento in favore della libertà, è in grado di fare con una iniziativa strepitosa. Quell’uomo dal nome ignoto è chiamato “Tank Man”, letteralmente l’uomo dei carri armati. La storica foto è tornata d’attualità per la recente morte di Charlie Cole, che per quello scatto ottenne il massimo riconoscimento (1990 World Press Photo Award). Spesso l’omologazione mentale, generata da mancanza di letture e di approfondimenti critici, impedisce alla persona umana di comprendere il proprio valore e la forza della propria iniziativa. Tale mancanza provoca a sua volta paure, spesso immotivate, che spingono la persona a rifugiarsi all’interno del “gruppo” di quelli che pensano/fanno le stesse cose, così da sentirsi protetto – fosse pure da un tatuaggio, un amuleto, un pezzetto di pane o una parola magica. Tutto ciò è diametralmente opposto alla APERTURA MENTALE insegnata e attuata da Gesù. In uno dei suoi incontri coi discepoli egli “aprì loro la mente per intendere le Scritture”. È da questa apertura mentale che scaturisce l’azione, l’iniziativa della persona umana, così presente nelle Scritture ebraiche e cristiane. Le Scritture infatti riconoscono il valore delle iniziative (responsabili o, talvolta, irresponsabili) dell’individuo, in opposizione al disvalore delle iniziative della massa (fu la massa a gridare “crocifiggilo!” contro Gesù). Isaia fu un uomo solo che nel nome della libertà e della giustizia volute da Dio si oppose alle armate d’Assiria: “Popolo mio, che abiti in Sion, non temere l’Assiria che ti percuote con la verga e alza il bastone contro di te come già l’Egitto. Perché ancora un poco, ben poco, e il mio sdegno avrà fine; la mia ira li annienterà. Contro di essa il Signore agiterà il flagello”(Isaia, 10). Ed è ancora la potente parola di Isaia che annuncia il tempo del Messia che porterà la “buona novella agli umili” (Isaia, 61). La Parola di Isaia sarà ancor valida contro tutti i pre/potenti di questo mondo? Giovanni Battista fu un uomo che, solo e privo di potere, si oppose pubblicamente a Erode Antipa che aveva sposato Erodiade, moglie di suo fratello Filippo. Ma l’opposizione di Giovanni si attuò nel nome della Parola più potente, quella divina. Con semplicità ma con fermezza Giovanni diceva a Erode: “Non ti è lecito di tenere la moglie di tuo fratello! Ed Erode gli serbava rancore e desiderava farlo morire, ma non poteva, perché Erode aveva soggezione di Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo…” (Marco, 6). La Parola di Giovanni sarà valida ancor oggi per quanti passano di moglie in moglie o di compagno in compagno? Gesù di Nazaret fu un uomo solo, ma dotato di una relazione specialissima col Padre, col quale spesso parlava in preghiera. Anch’egli si oppose ai pre/potenti del mondo solo con la forza dell’azione pacifica e della Parola di Dio. Con la potenza di questa Parola rifiutò di ottenere i pieni poteri sul mondo che gli erano stati offerti da satana; portò il sale della Sapienza di Dio fra gli uomini; rimproverò l’ipocrisia della preghiera e delle opere buone fatte per essere visti e lodati dalle masse; si oppose a Erode definendolo “quella volpe”; ricordò a Pilato che ben al di sopra della sua autorità di Romano stava l’autorità ben più autorevole e duratura del Padre celeste. Era ovvio che facesse una brutta fine. Ma i potenti del mondo non avevano fatto i conti con la potenza di Dio, la quale risuscitò Gesù facendone “il Signore”. Qual è la decisione che ciascuno di noi prende dinanzi a questi esempi? Ci faremo omologare i cervelli o seguiremo l’esempio forte di Cristo? © Riproduzione riservata Roberto Tondelli (Libertà Sicilia 09/2019) Email: cnt2000@alice.it

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