Riflessioni

INQUINAMENTO ACUSTICO

Gli effetti dell’inquinamento acustico Per chi è molto solo, il rumore è già una consolazione (F. Nietzsche, Frammenti postumi) Cchiù ‘a capa è vota, cchiù ‘a lengua è longa (Proverbio napoletano) Nelle città medio-grandi l’inquinamento dell’aria, delle acque, del suolo e del sottosuolo si somma a quello acustico, fenomeno alquanto sottovalutato, pur toccando picchi nocivi di decibel insostenibili per l’udito e per la salute. In estate si verificano spesso tragedie a causa di schiamazzi per le strade o per l’elevato volume di radio e televisori, soprattutto durante le ore notturne, in cui viene meno la lucidità mentale. In generale, nel contesto metropolitano, il “suono delle parole” si confonde con il rumore di fondo, disperdendone probabilmente il significato, confondendo le relazioni e quindi compromettendo l’efficacia della comunicazione verbale. L’esperienza frustrante è allora percepire solo suoni molesti. D’altra parte, è sempre più arduo trovare persone disponibili all’ascolto. “Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), i frastuoni derivati dal traffico cittadino rappresentano il più rilevante problema ambientale europeo dopo l’inquinamento atmosferico. Per evitare guai seri, l’Oms raccomanda il rispetto delle soglie di esposizione, fissate a 65 decibel durante il giorno e a 55 nel corso della notte. Molte ricerche hanno infatti dimostrato come l’incidenza di disturbi del sonno, infarti, ictus, ipertensione e malattie cardiovascolari, sia più diffusa tra la popolazione che vive nella congestione di città particolarmente chiassose, rispetto a quella meno sottoposta ai rumori. L’esposizione a questi volumi altissimi incide sulla salute umana, pregiudicando lo stato di benessere fisico, mentale e sociale di ognuno di noi. Gli effetti nocivi, che consistono in danni fisici, disturbi nelle attività e fastidi generici, dipendono dalle caratteristiche fisiche del rumore prodotto, dalle condizioni di esposizione e dalle caratteristiche psicofisiche della persona esposta. Più in generale, l’esposizione al rumore è fonte di stress, poiché provoca variazioni accertabili della pressione sanguigna, del ritmo cardiaco, della vasocostrizione e della secrezione endocrina. In materia di disturbi alle attività, il rumore incide negativamente sullo studio e su tutti i lavori di tipo intellettuale, oltre che sulla comunicazione verbale e sul sonno. Le tipologie sono riconducibili alle seguenti fonti: traffico veicolare; traffico ferroviario; traffico aereo; attività industriali e artigianali; attività commerciali; fenomeni meteorologici; vita domestica. L’inquinamento acustico si misura mediante i fonometri, che rilevano il livello di pressione sonora alle varie frequenze, ricavando un valore che prende in considerazione la diversa sensibilità dell’orecchio umano a queste ultime. […] Un parametro che l’Oms ha inserito tra gli European Community Health Indicators”. I talk show televisivi, uno degli specchi mediatici dell’attuale realtà, sfociano in dialoghi urlati, con un lessico spesso scurrile e irrispettoso, così come accade nel quotidiano, per cui chi alza la voce sembra aver ragione. In tale scomposta cornice appare ancora più difficile la Parola, identificata nella persona di Cristo Gesù, il Messia, il Salvatore, il Mediatore. L’Apostolo Giovanni, così la definisce: In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Egli (la Parola) era nel principio con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di Lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. In Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre con l’hanno compresa (Gv 1,1ss.). La Parola di Dio, la Voce di Dio, la comunicazione di Dio, si materializza in Cristo, realizzando pienamente il piano di salvezza ideato nella notte dei tempi. Gesù è perciò Parola di salvezza per l’umanità vagante in un mondo il cui principe è l’Avversario, (Gv 12,44 ss.; 14,30); un mondo che esprime visioni, modelli comportamentali, attrazioni e finalità conducenti all’aridità dell’anima, al relativismo morale, alla morte dello spirito (Gal 5,19 ss.). Le voci adulterate dell’Avversario (Gv 4,1 ss) suonano seducenti, come i richiami delle sirene omeriche oppure producono rumori inquinanti tesi coprire, a distorcere il senso della Parola del Signore; infatti le confessioni cristiane sono numerosissime, di cui una cinquantina e più aderiscono all’Ecumenismo Internazionale, benché la Parola sia una sola (Ef 4,1 ss.), come unico è il Cristo. Quando i suoni sono eccessivi si rischia la distorsione; quando sono confusi producono mero frastuono, un vero e proprio inquinamento acustico, vanificando il messaggio di contenuto delle parole disperse nell’abituale indistinto rumore. L’uso massivo e molto facile delle tecnologie della comunicazione causa l’inflazione fonetica, genera un pericoloso equivoco di fondo, per cui il diritto a esprimere la proprie opinione diventa il criterio di equiparazione di tutti i pareri, a prescindere dall’attendibilità, dal grado di cognizione di causa, azzerando così le differenze fra un’opinione e l’altra, come dire: “la mia e la tua opinione hanno pari dignità, perché come tu hai il diritto di parlare, l’ho anch’io”. Nell’ambito religioso di matrice cristiana, questo fenomeno è molto accentuato. Ma un conto è la legittimità a manifestare il proprio pensiero, un altro è definirne l’attendibilità, l’autorevolezza e la competenza che conferiscono credibilità a una tesi o all’altra! Non a caso satana conosce le Scritture, che cita strumentalmente come nell’episodio delle tentazioni (Mt 4,1ss), volendo insinuare dubbi, fomentare incertezze, alimentare la superbia umana; non a caso satana conosce bene “la pragmatica della comunicazione umana” travestendosi da “angelo di luce” (2 Cor 11,14 s.), usando anche l’efficacia della comunicazione non verbale (C.N.V.: postura, tono di voce, gestualità, mimica facciale) al fine di accattivarsi facilmente il consenso degli interlocutori. L’Avversario sa che è il messaggio non verbale, concomitante a quello linguistico, a definire emotivamente la relazione con gli altri, rendendo così più persuasiva la comunicazione orale. I cristiani avveduti analizzano attentamente le cose che ascoltano, come c’insegnano quelli di Berea, i quali ricevettero la Parola divulgata dall’apostolo Paolo con accortezza, verificandone l’autenticità alla luce delle Scritture, e non come i fratelli di Tessalonica che l’accolsero acriticamente (At 17,11). Il rischio di ascoltare “suoni distorti” è sempre dietro l’angolo per i cristiani d’ogni tempo. Infatti, Paolo, l’apostolo delle genti, si meraviglia quando, in poco tempo, i cristiani della Galazia, passano da un evangelo ad un altro, “che poi non è un altro evangelo, ma vi sono alcuni che vi turbano e vogliono pervertire l’evangelo di Cristo. Ma anche se noi o un angelo del cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto” (Gal 1,7 s.). Se sono comprovati gli effetti nocivi dell’inquinamento acustico sulla salute psicofisica, maggiormente lo sono le distorsioni di suoni, le alterazioni dei concetti, l’inquinamento dei significati vitali riguardanti l’integrità scritturale e spirituale, i cui sintomi non sono rilevabili immediatamente nella loro gravità letale: “E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l''anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10,28). Vien da pensare che per ogni “rumore molesto” ci siano dei corrispondenti “pruriti d’udire” che, sebbene molesti, si siano adattati alla ricezione di “frequenze sonore distorte” (Gv 6,45), non percependo alcun danno apparente, non riconoscendo più i predicatori del vero da quelli che predicano il falso (2 Cor 2,17). Tale ascolto patologico pare incrementato in questi ultimi decenni in cui, come accennato sopra, sono aumentante a dismisura le fonti e i canali di trasmissione delle comunicazioni, tanto da creare una rumorosa confusione, una specie di moderna Babele, i cui suoni dettero vita a lingue incomprensibili, suoni senza significati e a profonde divisioni fra popoli. Ma il popolo di Dio parla una sola lingua spirituale, quella del Cristo (Gv 10,2 ss.; Ef 4,1 ss), che è piena di vita e d’eternità. © Riproduzione riservata Maurizio Santopietro - 12 2018

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