9,7 MILIONI DI EURO
Cristiano chi?
Un Cristiano di 33 anni
Viva il gioco del calcio. Cristiano Ronaldo è presentato come il più grande giocatore del mondo. Ha vinto tutto ed è ovvio che entri in una squadra vincente perché la legge dice: i vincitori sempre sul carro dei vincitori e i soldi sempre dove sono i soldi. Sia chiaro, infatti, che non si parla solo del gioco del calcio ma di alta finanza. Né l’operaio né il professionista vedranno mai in vita loro le cifre ufficiali di questa compravendita. C’è poi il fatto non secondario che Ronaldo di nome si chiama Cristiano. È stato detto che “era da una pasqua di 2000 anni fa che non si parlava tanto di un cristiano di 33 anni”. Simpatica battuta che fa pensare. Fino a una trentina d’anni fa il nome “cristiano” era quasi scomparso dall’uso. Si poteva essere cattolico apostolico romano o protestante (espressioni oggi desuete). Ora sono di moda nomi quali evangelico, anglicano e anche cristiano. Ma quanti, purtroppo, sono forse cristiani di nome? Questo nome richiama evidentemente il titolo di Cristo (Messia) attribuito a Gesù dai documenti del Nuovo Testamento. Ma che cosa significa davvero “cristiano”? Leggiamo il Nuovo Testamento.
Luca narra che Barnaba giunse ad Antiochia e “vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu convertita al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani” (Atti 11,26). Ancora, quando Paolo apostolo si trova a parlare dinanzi al re Agrippa, questi gli dice: “Per poco non mi convinci a diventare Cristiano!” (Atti 26,28). Pietro, nella sua prima lettera, descrivendo i discepoli di Cristo come “sacerdoti del Signore”, raccomanda: “Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui; ma se uno soffre come Cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome” (1 Pietro 4,15).
Cristiano si diventa
Il discepolo/la discepola di Cristo sono persone che si fidano e confidano in Cristo, per questo un giorno hanno deciso di pentirsi dei propri comportamenti passati per abbracciare il Signore nella rinascita battesimale o innesto a Cristo (Atti 2,37 ss.). Senza questa rinascita non ha senso parlare del “nome” cristiano. L’innesto vitale a Cristo avviene appunto nel battesimo biblico attuato per fede cosciente e convinta. I cristiani sono persone che hanno deciso di vivere una vita nuova seguendo gli impulsi della grazia di Cristo che li spinge all’amore verso Dio e ad agire per il bene del prossimo. Ecco alcune caratteristiche del cristiano: “Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell''amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti. La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l''impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali. Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui (Colossesi 3,12).
Senza la conoscenza pratica della Parola di Cristo non ha senso parlare del “nome cristiano”. Oggi purtroppo tale nome viene banalizzato. Ma duemila anni fa – quando non c’erano cattolici, né protestanti, né evangelici, né anglicani… – dire pubblicamente che si era cristiani poteva costare la vita. Cristo Gesù ha dato la sua vita per aprire la via sicura e semplice verso il dono di salvezza che Dio offre a tutti coloro che lo vogliono accogliere. Beato colui e beata colei che apprezzano un tale dono.
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