Riflessioni

BELLEZZA E BONTA'' DEL CORPO

Bellezza e bontà del corpo Non c’è posto per il bel Narciso che si specchia nell’acqua: nella propria immagine si può solo annegare… Dal primo capitolo della Sacra Scrittura si apprende che il corpo maschile e femminile è creato a immagine e somiglianza di Dio anche perché è corpo maschile e corpo femminile: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen. 1,27). Questo corpo vivo dotato di sessualità, sia maschile sia femminile, è vera e propria statua vivente che raffigura Dio. Infatti l’unica immagine che Gesù ci ha lasciato di se stesso è quella dei suoi fratelli: ciò che avrete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto A ME (Matt. 25,40). Le implicazioni di questa lezione biblica sul corpo umano sono tante, e vanno tenute presenti quando, ad esempio, ci si inginocchia dinanzi a statue e immagini mute, ma anche, e soprattutto, quando si stupra il corpo di una femmina o si abusa del corpo di un maschio. C’è pure un secondo racconto nella Scrittura che spiega che cosa è il corpo: “Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l''uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile»… Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull''uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all''uomo, una donna e la condusse all''uomo. Allora l''uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gen. 2,18 ss.). Questo bel brano poetico attesta il legame profondo esistente tra corpo maschile e corpo femminile. Adamo dorme, ma quale meraviglia al suo risveglio! egli riconosce che davanti a sé ha colei che, pur diversa da lui, gli è simile. In tal modo il maschio supera la propria “solitudine” facendo la scoperta della femmina, colei che gli sta di fronte, diversa da lui eppur simile a lui. Il corpo diviene se stesso ponendosi in relazione con il diverso eppur simile a sé. Come scrive il biblista C.M. Martini, “La diversità dei sessi fa sì che il maschio e la femmina siano incompiuti in sé e che ognuno dei due si definisca in rapporto all’altro. Non c’è posto per il bel Narciso che si specchia nell’acqua: nella propria immagine si può solo annegare”. Anche qui gli insegnamenti da apprendere sono tanti. Ci si può porre, ad esempio, questa domanda: se il corpo della femmina e del maschio è cosa “buona” (la Scrittura attesta che in origine tutta la creazione era “buona”), perché mai il corpo femminile e maschile suscita così spesso sentimenti egoistici, atteggiamenti aggressivi, azioni violente? Perché ad esempio viene abilmente sfruttato nella pubblicità per attrarre all’acquisto di questo o quel prodotto? Perché spesso viene usato in fotografie e video, e abusato sessualmente? Per rispondere a queste domande ci aiuta Giacomo, che scrive: “Ciascuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand''è consumato, produce la morte” (Gc. 1,14). La concupiscenza è desiderio o brama cattiva per qualcosa. L’elemento cattivo che si introduce nella creazione, di per sé “buona”, viene presentato come un’esca: “BUONO da mangiare, GRADITO agli occhi e DESIDERABILE per acquistare saggezza” (Gen. 3,6). Giovanni echeggiando proprio queste parole scrive: “Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l''amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la CONCUPISCENZA DELLA CARNE, LA CONCUPISCENZA DEGLI OCCHI E LA SUPERBIA DELLA VITA, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!” (1 Gv. 1,16). Oggi sembra diventato così difficile proporre e comprendere l’amore del Padre di cui scrive Giovanni (tanto che per parlare di “amore di Dio” si deve quasi per forza far diventare Dio “madre”). C’è in giro tanta insensibilità, rozzezza, volgarità, malessere, violenza. Il desiderio bramoso di ciò che passa inganna molti. La voglia di voler considerare definitivo ciò che è transitorio è malattia comune. Nessuna cosa è male in se stessa, neppure il corpo, maschile e femminile. Ma solo l’amore del Padre, appreso da Cristo Gesù nel Nuovo Testamento (Evangelo) e imitato per fede fiduciosa, può trasformare davvero la visione miope della concupiscenza nel desiderio positivo di ciò che è “buono” per il maschio e per la femmina, per il corpo del maschio e per il corpo della femmina. La sessualità è un grande dono di Dio, è un’energia positiva a disposizione di ciascuno. Ma in che modo la uso? La adopero per l’abuso o per la cura amorevole dell’altro? per la violenza o per l’attenzione scrupolosa verso l’altra? per l’egoismo sfrenato o per l’amore vero del rapporto costante duraturo che vuole davvero il “bene” dell’altro? L’amore non ha nulla a che vedere con la libertà del libertino schiavo di ogni impulso. L’amore del maschio per la femmina e della femmina per il maschio è il riflesso dell’amore responsabile e accurato e discreto e attento del Padre da cui veniamo. © Riproduzione riservata Roberto Tondelli – 01 2018

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