CONTRO LO STUPRO
Contro lo stupro
La considerazione, il rispetto e la stima che Gesù mostra verso le due sorelle
sono assolutamente al di fuori e al di sopra della cultura del suo tempo e di ogni tempo
Forse a qualcuno parrà strano che per scrivere contro lo stupro si parta da alcuni brani della buona notizia di salute spirituale e di grazia morale portata da Cristo Gesù. Il fatto è che per educare il maschio non bastano le leggi, anche le più restrittive e severe, ma occorre cambiare proprio la persona stessa, cambiarne la mente, cioè il modo di pensare e quindi il modo di considerare le cose della vita e le altre persone, in particolare proprio le femmine. Ora è vero che a una tale e/ducazione contribuiscono leggi nuove e ragionamenti sociologici sani, ma il mutamento interiore del maschio può avvenire solo mediante l’insegnamento paziente e amorevole di quel maestro unico che è il Cristo che parla e insegna anche alla nostra generazione dalle pagine ispirate del Nuovo Testamento, purtroppo ancora tanto poco letto e poco meditato.
Per comprendere il modo in cui Gesù trattò le femmine e per comprenderne l’insegnamento basta, ad esempio, riflettere su come Gesù agì nei confronti di due sorelle, Marta e Maria. La prima era forse una vedova, e la seconda un’adolescente sognatrice che viveva con la sorella e il fratello, Lazzaro – sì, proprio quello che Gesù risuscitò. Un’occhiata agli evangeli mostra che Gesù era un po’ di casa nella famiglia di Marta e Maria a Betania. Si possono anche mettere in probabile ordine cronologico tre episodi specifici: cena in casa di Marta e Maria con discussione sul servizio da offrire a Dio (Luca 10,38 ss.); incontro di Gesù con le due sorelle in occasione della risurrezione di Lazzaro (Giovanni 11,20 ss.); cena in casa loro e unzione di Gesù da parte di Maria (Giovanni 12,1 ss.). Presentando le due sorelle, Giovanni ricorda anche la presenza di Lazzaro.
Le due donne, pur sorelle, hanno caratteri diversi. Marta è dinamica e attiva; con fare disinvolto chiede a Gesù di richiamare Maria che l’ha lasciata sola a servire; è Marta che, quando Lazzaro muore, accoglie gli ospiti che sono venuti a partecipare al loro dolore; è ancora Marta che va incontro a Gesù e gli dice: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”, mostrando così di credere a Gesù come al Cristo (Giovanni 11,27); è sempre lei che sottovoce chiama Maria per dirle che Gesù è arrivato; davanti al sepolcro del fratello non perde il suo sangue freddo e, mentre tutti singhiozzano, Marta esclama: “Signore, già puzza!”
Maria, più silenziosa e riflessiva, col suo modo di agire comprende meglio di altri la situazione. Sembra una adolescente sognatrice. Sta seduta ai piedi di Gesù ad ascoltarlo; piange sconsolata la morte del fratello; con felice femminile intuizione unge Gesù con una libbra di profumo di nardo puro assai prezioso. Il profumo riempie la casa, e con quel suo atto compie in anticipo il rito della sepoltura del corpo di Gesù.
Pur dinanzi a due caratteri tanto diversi fra loro, il comportamento di Gesù – un giovane sui trent’anni – è esemplare. “Esemplare” nel senso che dovrebbe essere d’esempio pratico anche ai giovani – e ai meno giovani – maschi di oggi.
Comportamento delicato: risponde con dolcezza alla dinamica Marta; tratta con gratitudine Maria. Comportamento rispettoso: apprezza il servizio di Marta; loda la dedizione di Maria. Comportamento pieno di attenzione: ascolta con attenzione le parole di Marta; sottolinea i gesti di Maria. In questo modo Gesù si pone al di fuori e ben al di sopra del comportamento “normale” di qualunque maschio del suo tempo, e di ogni tempo. Nessun maestro di religione del suo tempo avrebbe perso tempo a parlare di fede fiduciosa con una donna, ma Gesù fa proprio questo con Marta. Nessun maestro del suo tempo avrebbe lodato la scelta “personale” della parte buona attuata da Maria.
La considerazione, il rispetto e la stima che Gesù mostra verso le due sorelle sono assolutamente al di fuori e al di sopra della cultura del suo tempo – e non solo del suo tempo, sono insuperate anche oggi – quando era considerato “onore” del maschio possedere, violare, quante più femmine gli era possibile (è cambiata la situazione?). Dalle narrazioni evangeliche emerge che la considerazione, il rispetto e la stima ruotano sempre intorno al corpo: Maria seduta vicino a Gesù; Marta che tratta quasi da pari a pari con Gesù; i capelli di Maria coi quali ella asciuga il profumo versato sui piedi di Gesù (gesto oltremodo intimo!); il cadavere ormai puzzolente di Lazzaro.
Occorre imparare da Gesù il modo buono per usare il corpo, per considerare, per rispettare, per stimare: non per stuprare. Solo Gesù, unico Vivente, è capace di cambiare la mentalità del maschio violentatore. Solo Gesù può insegnare a mariti violentatori che infinitamente meglio della violenza è la considerazione, il rispetto e la stima verso le mogli. Solo l’unico Maestro Vivente può insegnare a maschi e femmine l’uso buono del corpo, strumento meraviglioso anche se è destinato alla... puzza.
Bibliografia:
F. Salvoni, Gesù Cristo II, Milano, 1970/1971.
© Riproduzione riservata – Roberto Tondelli 09 2017
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