Perchè credo
Vorrei consigliare la lettura del bel libro di Antonino Zichichi, Perché credo in Colui che ha fatto il mondo, (1999). Si tratta di uno scritto a carattere divulgativo, ma molto preciso, sul creato, sul grande libro della natura che Galileo Galilei per primo iniziò a sfogliare quattro secoli or sono, dando così origine alla Scienza. La professione di fede cattolica dell’Autore non inficia in alcun modo la forza delle sue informazioni scientifiche. Queste anzi, insieme alle sue considerazioni sulla distinzione tra immanenza e trascendenza, possono essere accolte anche dal credente secondo il Nuovo Testamento. Presento qui alcune mie osservazioni, tratte proprio dalla lettura di questo bel testo, che riprendono e ampliano articoli pubblicati su Libertà Sicilia.
In fuga
La velocità è prerogativa di chi è in fuga. In fuga dagli altri.
Forse in fuga anche da noi stessi e certo in fuga da Dio.
“Una società civile non può avere a fondamento della sua cultura le menzogne. È quindi necessario che l’uomo, cosiddetto moderno, si preoccupi di analizzare a fondo quali verità e quali menzogne sono contenute nel bagaglio delle sue conoscenze”. Questa frase è tratta da un bel volume del famoso scienziato siciliano Antonino Zichichi (Perché credo in Colui che ha fatto il mondo, 1999). La frase fa pensare, specie in un tempo in cui circolano quasi solo due tipi di notizie, le false e le cattive. Nonostante i meravigliosi strumenti di ricerca a nostra disposizione (istruzione, biblioteche, testi, internet etc.) ci riesce sempre più difficile distinguere le notizie false dalle vere. Circolano bufale (fake news) che vengono credute da molti prima che a qualcuno venga in mente di verificare l’attendibilità delle fonti. Quanto poi alle notizie cattive, esse risuonano così spesso nelle nostre orecchie che si rischia davvero la depressione, e comunque anche le cattive notizie possono rivelarsi false o vere. Ma come ricorda Zichichi, “una società civile non può avere a fondamento della sua cultura le menzogne”. Occorre “analizzare a fondo quali verità e quali menzogne sono contenute nel bagaglio” delle nostre conoscenze.
Per attuare quest’analisi e distinguere le menzogne dalle verità ci vorrebbe tempo, calma, serenità. Invece sembriamo persone che debbono fare tutto velocemente. Si mangia in fretta, si lavora di fretta, si parla in fretta e purtroppo si accettano in fretta notizie di ogni genere, senza esercitare la critica necessaria a valutarne la veridicità.
Ma la velocità è adottata da coloro che fuggono: in fuga dagli altri, forse in fuga anche da noi stessi e, certo, in fuga da Dio, per il quale non troviamo posto nella vita. Dio chiede riflessione e calma, soprattutto nei momenti più pesanti della vita, quando crisi, malattia o morte bussano alla porta. Occorre il tempo calmo della preghiera. Contro coloro che pregano per mettersi in mostra, Gesù insegna a pregare in segreto: “Fai la tua preghiera al Padre tuo che è nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà la ricompensa” (Matteo 5,5). Questo buon consiglio va seguìto con calma serenità.
Scrive il salmista: “Io invocherò Dio per tutto il corso dei miei giorni”; ecco una “invocazione” che certo va fatta senza fretta, ma con deliberata calma e dedizione.
Il giovane è capace di rendere “pura” la sua vita, cioè degna di essere vissuta, quando “bada” a come vive e allo scopo per cui vive. “Badare” significa porre attenzione e agire con scrupolo. Ancora, il giovane dice: “Io ti ho cercato con tutto il mio cuore”: una ricerca fatta di cuore, attuata senza fretta, con cura e amorevolezza (Salmi 116,2; 119,9 s.). Quanti giovani oggi avrebbero bisogno di riscoprire i consigli di Dio per vivere una vita pura e la ricerca di Dio fatta di cuore!
Quando Pietro apostolo scrive la sua seconda lettera lo fa esercitando verso i suoi lettori la “cura del ricordare” certe cose veraci e quindi fondamentali per la loro fede pratica. Ecco alcune cose che sono a fondamento della fede e cultura cristiane.
Le notizie riguardanti Cristo Gesù, la vita, la morte e soprattutto risurrezione non sono “favole composte con artificio”, dice Pietro, ovvero non sono fake news, come si dice oggi, ma sono notizie fondate sulla testimonianza oculare di persone attendibili (2 Pietro 1,12 ss.).
Il testo della Scrittura non si basa sulle “vedute particolari” di questo o quel personaggio, che dice di aver avuto una visione, un’apparizione o di aver fatto un sogno. L’uomo, con la sua sola volontà, non avrebbe mai potuto neppure pensare le cose che Dio ha attuato in Cristo. Le Scritture sono infatti il frutto dell’azione dinamica (ispirazione) di Dio che ha “spinto” a scrivere alcune persone ben precise: loro e loro soltanto (2 Pietro 1,20 s.). Questo attesta la Scienza di Dio, e ciò esclude le bufale di quanti nei secoli hanno avanzato la pretesa di parlare/scrivere a nome di Dio.
Dio infatti ha già parlato mediante il più alto dei Suoi inviati: “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell''alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato” (Ebrei 1,1 ss.). Cristo è la rivelazione definitiva di Dio.
Per parafrasare il concetto espresso da Zichichi, una società civile non può avere a fondamento della sua cultura religiosa le menzogne. L’unico fondamento veritiero è Cristo (Matteo 16,16 ss.). “Nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo” (1 Corinzi 3,11). In contrasto con la nobile certezza proposta dalle Scritture, ci sono “eresie di perdizione”. Non si tratta di “eresie” teologiche (pur importanti), ma di comportamenti che Pietro descrive con termini chiari: “sfruttatori”, “comportamenti scellerati”, “concupiscenze immonde”, “arroganza” (2 Pietro 2,1 ss.). Spesso, per distinguere il vero dal falso, basta guardare ai comportamenti. Cristo è verità, non bufale.
Ricchi ma inconsapevoli
Galilei, Newton, Einstein hanno studiato le ricchezze del creato ed erano credenti
Nel suo bel libro Perché credo in Colui che ha fatto il mondo (1999) lo scienziato di fama mondiale A. Zichichi mostra come il creato sia simile a una miniera di beni preziosi – uno di questi beni è l’uomo stesso. Tali beni meravigliosi sono costituiti tutti da particelle infinitamente piccole che ubbidiscono a leggi scientifiche belle e precise scritte da Colui che ha fatto il mondo.
Galileo Galilei fu il primo che iniziò ad aprire il libro del creato per studiare e scoprire tali leggi. L’esistenza di ogni essere è fatta di immanenza (noi stessi e tutte le cose che ci circondano) e di trascendenza (realtà soprasensibile e, nel cristianesimo, Dio creatore del mondo rivelatosi in Cristo Gesù).
Galilei fu grande estimatore della Bibbia, ma diceva che essa ci insegna come si fa per andare in cielo (cioè presso Dio), non come è fatto il cielo, «Come si vadia al cielo, e non come vadia il cielo». Galilei, Newton, Einstein, Zichichi si sono interessati delle ricchezze del creato, pur essendo credenti.
Tali ricchezze adombrano una ricchezza ancora più grande che si trova in Cristo Gesù. Ma, come lo scienziato deve avere l’umiltà intellettuale di accostarsi al creato per aprire il libro della natura e leggerne le leggi, così ogni persona può appropriarsi delle ricchezze di Cristo solo accostandosi a lui con cuore umile. L’umiltà è la condizione del vero scienziato, ma anche del vero credente che voglia gustare le ricchezze di Cristo.
Scrive Paolo apostolo: “O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizî, e incomprensibili le sue vie! Poiché: Chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato il suo consigliere? (…) Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui son tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen” (Romani, 11).
Chi è umile di mente cerca e trova la ricchezza della sapienza e della conoscenza di Dio in Cristo. Chi non è umile inventa e propone “bufale”: finge di parlare di Cristo per proporre proprie visioni e proprie opinioni. Ciò aiuta molti, purtroppo, ad essere ignari e a rimanere inconsapevoli delle grandi ricchezze che Cristo può loro donare gratuitamente.
Paolo apostolo scrive ancora sulla ricchezza della gloria di Cristo quando ragiona sulla vita meravigliosa del risorto: “… l’Iddio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per la piena conoscenza di lui, ed illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza Egli vi abbia chiamati, quale sia la ricchezza della gloria della sua eredità nei santi, e qual sia verso noi che crediamo, l’immensità della sua potenza. La qual potente efficacia della sua forza Egli ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti, e lo fece sedere alla propria destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato e autorità e potestà e signoria, e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire (Efesini, 1).
Il problema del singolo uomo, come di tutto il cosmo, è la vita. Ebbene, per la Scrittura la fonte di questa vita è trascendente, risiede in Dio. Quel Dio unico che ha “risuscitato Cristo dai morti” per condurlo “al di sopra” di ogni “autorità e potestà e signoria”.
L’autorità di Cristo è oggi incommensurabilmente superiore alle cosiddette autorità dei rappresentanti delle varie nazioni, America, Russia, Cina… Quando Cristo è risorto non è andato né in America né a Pechino, ma sul “trono di Dio”, cioè al di sopra di ogni persona o capo che sta “in questo mondo e anche nel mondo che verrà”. Per il credente, il fatto che Cristo, e solo lui, sia fonte di vita è cosa tanto certa quanto è certa la legge di gravitazione universale.
Come lo scienziato, leggendo il libro della natura, ne svela i misteri, così Cristo rivela il mistero della salvezza per tutti gli uomini, qualunque sia la loro origine. Scrive infatti Paolo: “Ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi (…) secondo l’incarico datomi da Dio per voi di annunziare nella sua pienezza la parola di Dio, cioè, il mistero, che è stato occulto da tutti i secoli e da tutte le generazioni, ma che ora è stato rivelato ai santi di lui; ai quali Iddio ha voluto far conoscere qual sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra i Gentili, che è Cristo in voi, speranza della gloria; il quale noi proclamiamo, ammonendo ciascun uomo e ciascun uomo ammaestrando in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo, perfetto in Cristo. A questo fine io mi affatico, combattendo secondo l’energia sua, che opera in me con potenza” (Colossesi, 1).
Anche qui troviamo “la ricchezza di Cristo” nelle persone che gli si accostano con umiltà per ubbidire con fede fiduciosa alla sua Parola buona. Mediante la “sapienza” del Cristo “ogni uomo” può diventare “perfetto in Cristo”, tanto è ricca la sapienza di Dio in Cristo. Come gli scienziati, quando fanno una scoperta, la mettono subito a disposizione di tutti perché il mondo intero ne tragga beneficio, così ha fatto Cristo, rendendo disponibile a ciascuno e a tutti la vita meravigliosa che è in lui. Di questa incommensurabile ricchezza, che da lui ci viene offerta, occorre essere ben consapevoli e pronti ad accoglierla con umiltà, per imitare il Signore nella nostra vita.
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Roberto Tondelli – 06 2017
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