Riflessioni

Unità in Cristo

Unità in Cristo Si vuole dire qui qualche aspetto che sembra importante per l’unità in Cristo Gesù presentata nel Nuovo Testamento. La speranza è che queste note possano favorire la riflessione personale e qualche scambio fra credenti di diverso orientamento, al fine di poter imparare tutti con umiltà dall’unico Maestro. Il testo biblico presenta Dio stesso che costituisce il popolo suo. Già nei Salmi si legge: «Se l’Eterno non edifica la casa, / invano si affaticano i costruttori; / se il Signore non protegge la città, / invano vegliano le guardie». Nella visione biblica è soltanto Dio che «edifica Gerusalemme, / raccoglie i dispersi d’Israele; / egli guarisce chi ha il cuore spezzato / e fascia le loro piaghe». Più tardi, al culmine della rivelazione in Cristo, la formazione di questo popolo si prefigura non più come processo chiuso, esclusivo, bensì aperto, inclusivo. Un popolo che origina da una chiamata rivolta in effetti all’umanità intera: «O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; / voi che non avete denaro/venite, comprate e mangiate!/Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte! / Perché spendere denaro per ciò che non è pane/e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? / Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono /.../ Porgete l’orecchio e venite a me;/ ascoltate e voi vivrete; / io farò con voi un patto eterno,/ vi largirò le grazie stabili promesse a Davide./ Ecco, io l’ho dato come testimonio ai popoli,/ come principe e governatore dei popoli./ Ecco, tu chiamerai nazioni che non conosci,/ e nazioni che non ti conoscono accorreranno a te,/ a motivo del Signore, del tuo Dio,/ del Santo d’Israele, perché egli ti avrà glorificato» (Isaia 2,1 ss.; 55,1 ss.). L’Edificatore e Protettore, il Santo che «raccoglie i dispersi» e «guarisce» i cuori rotti, Dio che vuole salvare «tutti» gli uomini, lo incontriamo in Gesù. Egli è il Lettore di parole antiche che attendevano di essere tradotte in fatti: «Si recò a Nazaret, dov’era stato allevato e, com’era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere, gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov’era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; / perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; / mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, / e ai ciechi ricupero della vista; / e a rimettere in libertà gli oppressi, / e a proclamare l’anno accettevole del Signore» (Luca 4,16 ss.) Con un appello invito rivolto a poveri, prigionieri, ciechi, oppressi, Gesù Messia inaugura l’«anno accettevole del Signore». In altra occasione si legge una promessa ben nota: ‘Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose; «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»’ (Matteo 16, 13 ss.). Pietro, che per rivelazione divina riconosce nel Nazareno il Figlio di Dio, nel brano parallelo di Giovanni confessa che Gesù è «il Santo di Dio», l’unico che offre davvero «parole di vita» a quanti amano ascoltarle e ubbidire ad esse. Parole che non sempre sono bene accolte; molti, anzi, se ne scandalizzeranno e volgeranno le spalle a Cristo. Tanti si allontaneranno per i cattivi esempi, per le diatribe futili che zelanti discepoli, pieni di se stessi, promuoveranno. Ciò nonostante alcuni apriranno i cuori all’amore per la verità, riconoscendo che soltanto Gesù dice davvero parole che donano la vita. Un popolo nuovo si costituisce proprio attraverso le parole di Cristo indirizzate alla mente di chi vuole ascoltare con umiltà. Ecco, ad esempio, un momento di questo genere; si tratta della conclusione di un discorso di Pietro e della reazione immediata di molti alle sue parole: «(…). Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò noi tutti [gli apostoli] siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice: “Il Signore ha detto al mio Signore: / Siedi alla mia destra, / finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi.” Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». La comunità del Signore nasce grazie alla predicazione della Parola del Signore. I primi convertiti costituiscono una comunità. Di loro Luca dirà: «Erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. (…). Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati». Quando parole di vita vengono proposte con fedeltà e franchezza, ecco davvero il Signore all’opera: l’Edificatore costruisce la comunità sua, aggiungendovi nuovi convertiti. Una realtà semplice, niente affatto utopistica, che può attuarsi anche oggi perché quelle parole di vita sono le stesse; basta soltanto riscoprirne la fonte per dissetarci ancora a quell’acqua sorgiva. L’Edificatore non ha perduto il proprio vigore. Il Risorto Cristo Gesù è ancora Colui che unifica persone semplici e umili mediante la Sua Parola buona espressa nei documenti apostolici del Nuovo Testamento. Pertanto, non i documenti e gli accordi umani fanno l’unità in Cristo, ma solo la Parola del Cristo letta, considerata e ubbidita con umiltà e amore. Roberto Tondelli – 2017 © Riproduzione riservata

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