TERREMOTO: COLPA DI DIO?
Terremoto: colpa di Dio?
Perché Dio non interviene?
Dinanzi alla tragedia del terremoto sarebbe bene restare in silenzio per un bel po’. Sarebbe necessario un silenzio planetario, per riflettere se si è capaci, per pregare se si può, per aiutare come si può, e anche un po’ al di là di quel che si può. Invece, purtroppo, volano parole.
Alcuni sono convinti che i terremoti sono segni certi dell’imminente fine del mondo – nel frattempo acquistano beni immobili (!?). Li lasciamo alle loro belle speculazioni e belle promesse.
Per gli atei i terremoti sono la riprova che Dio non esiste. Un Dio che permette tali tragedie non c’è. Se c’è, non è “buono” o non è “onnipotente” come dicono. La morte (specialmente molte morti tragiche e istantanee) appare come negazione di Dio e della sua esistenza. Dio, se ci fosse, dovrebbe impedire, intervenire per evitare che certe cose accadano, dovrebbe intervenire nella vita del mondo per evitare che i bambini muoiano nelle braccia dei genitori, che le vite di nonni e nipoti siano interrotte da tetti che crollano. Dio, se ci fosse, dovrebbe muoversi, agire, fare qualcosa.
Dio dovrebbe essere come Superman, anzi “Supergod”. Correre là a tenere la faglia per salvare 500 persone, correre a est per impedire una guerra e salvare migliaia di donne, vecchi, bambini, a ovest per salvare tutti i malati terminali in tutti gli ospedali, e lo stesso ovviamente a est, sud e nord del pianeta. Dovrebbe evitare tutte le rapine, tutti gli atti di violenza commessi ogni ora sotto tutte le latitudini. Dovrebbe cancellare tutto l’odio, il rancore, le sopraffazioni, gli oltraggi, le malignità, le menzogne, le idiozie che causano delitti, indifferenza, violenza di ogni genere. Dovrebbe far sì che le risorse del pianeta siano distribuite fra tutti, umani e bestie, in modo equo, così da far sparire fame, sete, schiavitù, sfruttamento e, ancora, violenze. Dovrebbe salvare subito quelli che proprio ora stanno annegando nel Canale di Sicilia e in tutti i mari. Dovrebbe cambiare le teste ai terroristi in modo che vadano a prendersi un caffè invece che ad ammazzare e ammazzarsi. Dovrebbe far evacuare tutte le città costruite intorno al Vesuvio e all’Etna, e spostare i paesi più lontano, in caso i due vulcani dovessero risvegliarsi.
Dio dovrebbe innestare – proprio come si fanno gli innesti alle piante – solo pensieri di verità, generosità, altruismo nelle menti di tutti, nessuno escluso, anche nelle teste di coloro che governano i Paesi di tutto il pianeta (così per esempio sapremmo chi ha torturato Giulio Regeni – che però non sarebbe stato torturato né ucciso, se Dio avesse cambiato la testa ai suoi aguzzini e ai loro mandanti)...
Condividere il dolore
... Secondo molti atei Dio dovrebbe innestare verità, generosità, altruismo proprio nelle teste di tutti, anche di quelli che tengono le redini dell’alta finanza, come pure di tutti gli operai, di tutte le donne e anche di certi costruttori che, perciò, costruirebbero sempre con ottima tecnica antisismica e mai speculerebbero sulle costruzioni, perché Dio ha innestato anche in testa a loro la generosità e tolto l’egoismo, la bontà d’animo e tolto l’avidità, l’onestà e tolto la rapacità.
Ecco, un Dio così “esisterebbe” davvero. E ci crederebbero tutti, nessuno escluso. Però Lui “esisterebbe”, ma noi non saremmo più persone, non avremmo più personalità né libertà. Saremmo automi, robot, macchine, zombi.
È questa in fondo la proposta che satana fa a Cristo quando gli dice: Buttati di sotto e vedrai che Dio manderà gli angeli a portarti sulle loro mani in modo che tu non ti faccia male (Matteo 4,5 s.). È la stessa proposta che Cristo si sente fare da alcuni che lo guardano morire: Scendi adesso giù dalla croce, e crederemo in te! (Matteo 27,42). Ma Gesù è persona troppo seria per dar conto a certe parole, vuote ma pericolose.
SI PUÒ CAPIRE E SI DEVE CAPIRE lo sfogo, la rabbia, il dolore, la tragedia di chi ha perso parenti, amici, ha perso tutto; la paura dei bambini rimasti soli al mondo, delle persone che non ce la fanno più, che si guardano intorno e che non capiscono “perché io no? Perché io non sono morto?” Silenzio, preghiera, solidarietà possono essere risposte, se date con discrezione e amore, come gli italiani sanno fare.
La cosiddetta pazienza di Giobbe è un falso ideologico. Giobbe è costante, non paziente. E infatti discute e se la prende proprio con Dio perché un terremoto gli ha ucciso i figli e il fuoco gli ha consumato i beni. Imitiamo Giobbe, discutiamo con Dio anche in modo forte e strepitando, ma non diciamo che non esiste, se non vogliamo diventare automi, privi di libertà e dignità.
Se però si afferma che Dio non esiste, allora NON esiste! né nel bene né nel male. Anzi non c’è né bene né male. E se i morti ammazzati sono 200 o 20000 è un puro dato numerico, e basta.
Quando informano Gesù che diciotto persone sono morte per il crollo di una torre, lui risponde: Voi pensate che quei morti fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No di certo; ma se non cambiate mentalità [e comportamento], tutti come loro perirete (Luca 13,1 ss.). C’è una morte peggiore di quella del corpo, è la morte dello spirito, del cervello, del pensiero; è la morte di Dio, cioè l’assassinio di Dio. Riflettiamo.
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