Riflessioni

Potenze a confronto: Magia ed Evangelo

Potenze a confronto: magia ed evangelo Ecco ciò che la “potente” magia, con le sue formule e i suoi riti, non è capace di fare: risuscitare i morti! Gesù invece è risuscitato per la potenza di Dio. E se è risuscitato Lui... Andrea Bisicchia ha recentemente recensito per Libertà Sicilia (10/07/2016) l’interessante testo dell’antropologo dell’Università di Torino Giulio Guidorizzi (nella foto), La trama segreta del mondo. La magia nell’antichità (2015). Al cap. 2 si legge che “la parola fondamentale della magia è ‘dynamis’, potere – e in particolare ‘potere occulto’ che ne è la premessa e la conseguenza. La magia funge da moltiplicatore di poteri; incrementa forze, crea nessi con l’invisibile, genera situazioni che alla normale attività umana sono precluse. Lo spirito magico è in grado di avvicinare ciò che è distante, rendere affine ciò che è estraneo e conciliare ciò che in apparenza diverge” (p.29). Potenza di formule magiche che affatturano, potere di gesti magici, giuramenti, segni che sprigionano forze occulte! Questa fondamentale osservazione antropologica colpisce anche l’uomo moderno, così intriso e invaghito di tecnologia da rischiare seriamente di tornare a pratiche magiche tradizionali come quelle che colpivano l’immaginario della gente del primo secolo dopo Cristo. E forse proprio per questo Paolo apostolo, scrivendo ai cristiani di Roma, dice di essere “pronto a predicare l’evangelo anche a voi di Roma. Io infatti non mi vergogno dell’evangelo, poiché è potenza (dynamis!) di Dio per la salvezza di chiunque crede... È nell’evangelo che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede” (Romani 1,15). In netta contrapposizione con tutte le potenze magiche, diffuse e accreditate al suo tempo (e oggi?), Paolo apostolo, ispirato da Dio, chiama “potenza di Dio” quell’evangelo che, originato da Gesù Cristo, era (ed è) capace di suscitare fede fiduciosa in Dio affinché il “giusto viva” mediante la fede fiduciosa nel Cristo. L’evangelo è tanto potente da poter “avvicinare” Dio e la persona umana (distanti a causa del nostro peccato), da “rendere affine” ciò che il male rendeva estraneo, e di “conciliare” il peccatore a Dio. La Lettera ai Romani e tutto il Nuovo Testamento mostrano come la parola di Cristo (evangelo) sia una “potenza” (dynamis) che semplicemente annienta la “potenza” (dynamis) della magia. E ciò in base ad un solo atto potente, cuore dell’evangelo, cioè il fatto che Gesù nazareno è stato “costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la RISURREZIONE DAI MORTI” (Romani 1,4). Ecco ciò che la “potente” magia, con le sue formule, gesti e riti, non è capace di fare: risuscitare i morti, restituire loro vita! Gesù invece è risuscitato per la potenza di Dio. E se è risuscitato Lui... La risurrezione di Gesù dalla morte dimostra che la “potenza della magia” è in fondo una potenza fasulla. Tutto l’apparato magico di cerimonie, formule, parole, riti, segni, gesti indica solo l’ignoranza della persona umana. La realtà realissima è solo e proprio Dio, ben superiore alle povere magiche formule umane. Gesù è rivelazione di Dio e della sua volontà amorevole verso la persona umana. Non l’occulto, non il misterioso né il misterico, ma lo svelamento di una Realtà affettuosa, gratuita (non a pagamento), buona, e proprio per questo vera e seria. Da prendere con responsabilità. La predicazione dell’evangelo è distruttiva per ogni forma di religione magica. In Palestina operava un mago famoso, Simone. Ecco il racconto del suo incontro/scontro con l’evangelo. “Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva (...) E ci fu grande gioia in quella città. C’era da tempo in città un tale di nome Simone, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione di Samaria, spacciandosi per un gran personaggio. A lui aderivano tutti, piccoli e grandi, esclamando: ‘Questi è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande’. Gli davano ascolto, perché per molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue magie. Ma quando cominciarono a credere a Filippo, che recava la buona novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare” (Atti 8,1 ss.). Beate quelle persone, uomini e donne, che compresero la differenza tra la magica “Grande potenza di Dio” e l’umiltà verace dell’Evangelo di Cristo Gesù, sorgente di vita per chi crede a Lui e a Lui ubbidisce. L’Evangelo, cioè buona notizia verace di Cristo Gesù, non ha bisogno di essere restaurato, ammodernato o riscritto, va solo riletto e messo in pratica. © Riproduzione riservata R. Tondelli – 07 2016

Vedi allegato

Torna alle riflessioni