Riflessioni

Famiglie fondate bene

Famiglie fondate bene Per tentare di uscire dal caos occorre fondare la famiglia su Cristo, che è veracità di rapporti tra moglie e marito e figli. Solo Cristo ha ogni autorità “in cielo e sulla terra”. Nel suo recente libro L’età del caos il giornalista F. Rampini illustra lo stato incipientemente caotico del mondo pur senza esprimere giudizi. Descrive uno stato di fatto. Non è curioso che il mondo globalizzato e così esatto nelle sue piccole icone del computer e nei precisi grafici economici sia in stato di confusione? Nel testo biblico la parola “confusione, confondere” richiama il termine “babel” che deriva da un verbo significante “confondere”. Il riferimento è proprio alla famosa, ma in fondo poco nota, torre di Babele, grandioso monumento incompiuto voluto dalla tecnica dell’uomo, che con presunzione pensa di costruire “una città e una torre la cui cima tocchi il cielo”. Ma i costruttori finiscono per incartarsi nel loro progetto. Non s’intendono fra loro. Cessano quindi di costruire la città, che sarà chiamata Babele, perché là il Signore “confuse” la lingua di tutta la terra (Genesi 11,3 ss.). Ogni tanto ci si riprova a costruire la città globale e la torre altissima... Il risultato è sempre lo stesso, perché costruiamo con la tecnica (“mattoni e bitume”) ma escludiamo Dio. Un aspetto di questo stato di confusione riguarda purtroppo la quasi totalità delle famiglie. Per secoli è stato insegnato e anzi si è insistito sulla indissolubilità del matrimonio (anche se i ‘grandi’ del mondo hanno sempre fatto come a loro è parso e piaciuto). Da decenni la società è cambiata, il numero di famiglie sfasciate cresce, come cresce il numero di risposati e conviventi (quelli che solo una generazione fa si chiamavano ‘concubini’); ora che la situazione ha raggiunto un evidente stato confusionario, si sentono dire “cose strane”, ben distanti dal principio di indissolubilità matrimoniale che aveva regolato (e forse rovinato?) la vita di molte generazioni. È certo giusto osservare come e quanto la società è cambiata (in peggio?). È certo necessario misurarsi con una realtà diversa da quella che fu – anche se non poi così diversa come sembra. È vero che lo spirito stesso dell’Evangelo di Cristo deve spingere persone di comprovata esperienza famigliare ad attivarsi per curare la famiglia ferita o malata. Secondo il Vangelo infatti solo chi ha dimostrato di saper curare bene la propria famiglia può aspirare alla indispensabile cura spirituale e morale di altre famiglie (1 Timoteo 3,2 ss.). Tuttavia non sembra affatto giusto cambiare o trascurare la norma evangelica di Cristo Gesù per “integrare” (parola usata da papa Bergoglio) situazioni famigliari che originano da fornicazione. Un aspetto rilevante della nuova realtà sociale è che a molte famiglie formate da risposati in seconde o ennesime nozze, accompagnati e riaccompagnati, non interessa affatto ricevere un aiuto morale spirituale che si fondi sul consiglio di Cristo. Forse lo sfascio famigliare è conseguenza dell’abitudine a vivere senza Dio, o come se Dio non ci fosse? Però, quanti vogliono avvicinarsi o riavvicinarsi a Cristo vanno consigliati amorevolmente a tenere in grande considerazione ciò che Cristo richiede. Per esempio: “Chi divorzia da sua moglie – tranne che per causa di fornicazione – e ne sposa un’altra, la rende adultera. E chi sposa una donna divorziata [o un divorziato] commette adulterio” (Matteo 5,32). Anche questo brano va certo letto nel suo contesto, considerando bene tutti gli altri brani che riguardano problemi famigliari (es. Matteo 19,1 ss; 1 Corinzi 7; ecc.). Ma alla fine bisogna scegliere la strada stretta che porta a salvezza, non quella larga, seguita da molti, che porta a perdizione. Non si deve cambiare il Vangelo per adattarsi alla società. Occorre invece insegnare la norma del Signore affinché molti o pochi possano convertirsi a Cristo, cambiando modo di pensare e agire. Ciò è difficile? Certo che lo è. La conversione, il ravvedimento è cosa difficile, costosa. Ma è proprio questa la strada stretta indicata da Cristo. Rimarremo in pochi perché la maggior parte della gente si estranea da Dio e si allontana dal Suo Consiglio? Non importa. La fiducia in Dio conosce il rischio e il valore di rimanere da soli o in pochi. Accadde anche a Gesù (Giovanni 6,66). Le “cose strane” che oggi si odono (ben diverse da quelle che si dicevano solo ieri) ci indicano che tornare a Cristo, avvicinarsi a Cristo, convertirsi a Cristo è cosa molto diversa che tornare alla chiesa e convertirsi alla chiesa. Se si vuol tentare di uscire dal caos occorre fondare la famiglia su Cristo stesso, che è veracità di rapporti, sincerità vicendevole tra moglie e marito e figli. Solo Cristo ha “ogni autorità in cielo e sulla terra”. Non solo in cielo. Ma in cielo e in terra (Matteo 28,18). © Riproduzione riservata R. Tondelli

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