Riflessioni

Mattina a Noto

Una mattina a Noto Il fatto è accaduto una bella mattina di maggio a Noto. Sono in compagnia di un collega statunitense e facciamo i turisti – lui ovviamente più di me – fra le pietre barocche più famose del mondo. Entriamo pure a curiosare in un negozio del corso principale. Il collega è attratto da una piastrella su cui compare la parola “nonna”. Infatti, con questo nome italiano i suoi nipoti chiamano la loro grandmother, “nonna”, appunto. Io trovo un’altra ceramica su sui leggo: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona” (2 Timoteo 3,16 s.). La mostro al collega, che legge l’italiano abbastanza bene, e la compra subito. La gentile signora che ci sta servendo s’accorge del nostro interesse per quella piastrella e ci informa che si tratta di un versetto della Bibbia. Poi con tristezza aggiunge: “La Bibbia, un libro quasi dimenticato!” Condividendo la sua tristezza, ci mettiamo a parlare con lei e col marito, che nel frattempo è entrato nel negozio. Poche battute; ci si scambiano impressioni e opinioni, ci si informa sui reciproci nipotini; loro ne hanno cinque, il mio collega ne ha sei, e si sa che i nipoti sono l’orgoglio dei nonni! Ma il marito della signora si rivolge a me con tristezza: – Quanto è brutto dover dire ai figli “te lo avevo detto”..! – Dietro queste parole c’è la ormai diffusissima tragedia di famiglie sfasciate. Mogli lasciate dai mariti, mariti lasciati dalle mogli, mogli accompagnate, mariti risposati, e in mezzo a tutto questo i figli e nipoti che i nonni cercano in ogni modo di salvare, di proteggere, provando almeno ad attutire le mazzate degli amori spezzati, dei litigi che terrorizzano i bambini, delle parole che oggi maledicono dopo aver promesso amore, delle carte legali, dei beni non più condivisi ma divisi davanti al giudice... La società che segue il criterio “usa e getta” per gli oggetti di casa, adotta lo stesso criterio per le persone. Abbiamo disimparato a risolvere i problemi tra mogli e mariti usando pazienza, gentilezza, fiducia. Si celebra la pasqua, ma non si vuol sapere nulla del sacrificio quotidiano per la famiglia. Si celebra il natale, ma si disprezzano i figli. Si esaltano le sante, ma si disprezzano le mogli. Si glorificano i santi, ma si manca di rispetto ai mariti. Si disprezza Gesù che dice: “Ciò che Dio ha unito, l’uomo non lo separi”. Si parla invece di famiglia “allargata”. Ciò che si è allargato, invece, è solo il nostro individualismo. Si finge di non sapere che “chiunque manda via sua moglie, salvo che per causa di fornicazione, e ne sposa un’altra, la espone all’adulterio” e che “chi sposa una divorziata commette adulterio” (Matteo 5,32). Si pone grande attenzione a non adulterare agrumi siciliani e vini padani, ma si finge di non vedere che adulterio e fornicazione sono diventati costume: così fan tutte; così fan tutti. Occorre tornare non ai “valori di una volta”, bensì ai valori veraci proposti dall’Evangelo di Cristo. Il primo di questi valori è il ravvedimento sincero, profondo, attuato nel segreto della coscienza tra noi stessi e Dio, Colui vede dentro di noi. Occorre cessare di vivere in modo errato davanti a Dio. Restituire a noi stessi il diritto/dovere di vergognarci del nostro egoismo, per poi tornare a cercare Dio “come a tastoni, benché Egli non sia lontano da ciascuno di noi” (Atti 17,27). Un secondo valore è l’amore intenso del marito verso la moglie, come Cristo ama i discepoli; e il rispetto della moglie per il marito, come i discepoli rispettano Gesù Cristo (Efesini 5,21 ss.). L’amore fra marito e moglie va coltivato con la fiducia, con l’affetto, con l’umiltà, talvolta col silenzio, tal altra con la parola opportuna. Alla fonte del presente sfascio famigliare e sociale c’è una menzogna grossa come il mondo. La menzogna è che la vita sia tutta qui e oggi. Che qui e ora sia il momento per arraffare, godere, accalappiare, ingannare, fare gli affari propri, senza badare a nulla e a nessuno se non a noi stessi. Questa è la bugia megagalattica e maligna. Invece tutto si paga. Invece esiste davvero una vita “di là”. Una vita con Dio o senza Dio. Una vita che sarà la prosecuzione della vita che qui e oggi stiamo vivendo, con Dio o senza Dio. Uomo e donna sono liberi di scegliere un’esistenza di armonia e comunione con Dio in Cristo, oppure una vita centrata su se stessi. E la differenza è abissale: per i genitori, per i figli, per i nonni, per tutti. In Cristo c’è armonia e amore. Senza Cristo c’è il caos. Non certo solo a Noto, ma ovunque in questo mondo. © Riproduzione riservata – R.T. 2015

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