Riflessioni

2 / Amore di Dio negli scritti di Luca. Elisabetta e Maria

2/ L'amore di Dio in Cristo negli scritti lucani: Elisabetta e Maria [sintesi] Giovanni, apostolo dell’amore di Dio, ricorda che “nell’amore non c’è paura, anzi…” (1Gv 4,18ss.). • Amore come rapporto con Dio: che non vedo e del quale non ho paura se lo conosco (1Gv 2,4 s.). • Amore come rapporto col prossimo (fratello, sorella: che vedo) del quale non ho paura, perché ci unisce l’amore di Dio. Ne discendono definizioni strepitose di “bugiardo”: (1) chi dice che ti vuole tanto bene e abbandona la chiesa; (2) chi dice di amare Dio e ce l’ha con te; (3) chi dice di amare il fratello e smette di osservare i comandamenti di Dio (1Gv 5,1-3); ecc. Gli atti del bugiardo sintetizzati in un esempio: se mentre Abele ama (= parla e agisce in piena fiducia), Caino lo accoltella, Caino agisce perché muore di paura, mentre Abele vive (Eb 11,4b). L’amore di Dio che è “sparso nei nostri cuori” (Rm 5,5), che cioè irrora le nostre menti (“cuore”= semitismo per mente, modo di pensare), può mutare i caratteri più duri e gli atteggiamenti più malevoli. Questo amore di Dio mi costringe dunque alla domanda: • come posso a dire di essere spirituale se manco di rispetto (amore, affetto) proprio a chi mi propone l’amore di Dio? Attenzione dunque alle parodie dell’amore (Rm 12,9a). Amore genuino di Dio manifestato in Gesù Cristo: se ne ha un esempio squisito nell’incontro Elisabetta-Maria. Lc 1,39-56: lettura piana, attenta, con eventuale ri-lettura in altra versione. Ecco due donne: una attempata e sterile (ma ora in dolce attesa), l’altra giovanissima e incinta. Identità di Elisabetta: Lc 1,6 (condotta irreprensibile).25 (suo onore = cancellazione della vergogna); Identità di Maria: Lc 1,27.29 (si pone domande sul senso della cosa).34 (fa domande sul suo onore).38 (“fatto secondo la parola tua”). Si noti il termine “fatto” e la correlazione “fatto… parola” (Atti 1,1b). L’incontro è un coro a due, un duetto: per l’Evangelo sono questi i cori belli e veri e da imitare che manifestano la comunione dei cuori: Inno ispirato di Elisabetta un incontro tra due “pancione”… (1) lei è felice e lo è pure il bimbo che ha nel seno; (2) “beata” (=felice, onorata) colei che ha creduto: fiducia come felicità; (3) base solida della fiducia: “le cose dettele da parte del Signore”; come si spiega, talvolta, l’infelicità di alcuni credenti? Qual è il fondamento della nostra fiducia? E dove trovare questo fondamento oggi? Un angelo che ci appare? Una rivelazione speciale indirizzata a me o a te? Lo Spirito Santo mi / ti svela qualche recente novità? Dove trovare oggi i detti del Signore? [di nuovo qui: attenzione alle parodie dell’amore!]. Risposta esaltante di Maria Una fanciulla che parla meglio di un teologo! Chi le ha insegnato a parlare in questo modo? Che cosa ha ascoltato/imparato alla sinagoga di Nazaret? (…e che cosa si ascolta/insegna nelle chiese oggi?). Una raffica di citazioni tratte dalla Bibbia ebraica mentre “esulta in Dio suo Salvatore” (1,47). Anzi, Maria non cita la Bibbia, ma parla la Bibbia così come uno parla italiano! “Bassezza dell’ancella” – si rifletta sul significato dell’espressione: “ancella” significa già “serva”, che significa allora “bassezza” della serva? Ovvero: umiltà femminile estrema come strumento dell’azione di Dio: come donna che cosa ho da imparare da un tale esempio? e come uomo non ho proprio nulla da imparare da Maria? A quale Dio mi affido? “il Potente ha fatto… Santo è il suo nome…” (1,49: un Dio che si chiama Santo di nome?!); Sua “misericordia” per coloro che ne rispettano la norma (= temono Lui): che cosa è “miseri/cordia”? (1,50.54: miseri=mezzo, in mezzo + cordia=cuore →cuore spaccato per amore!); che significa “temere Dio”? in che modo Maria lo temette? Destino dei pensieri dei superbi (1,51); Destino degli affamati (1,53); Abramo e la sua “progenie” (1,55 cfr. Gn 12,1 ss.). Di qui la conclusione… … una conclusione interrogativa: questa Maria (questa donna) insegnerà anche a Paolo apostolo? Si consideri il ragionamento in Gal 3,16; da questa “progenie” sgorga la possibilità della fede fiduciosa proprio in Gesù (Gal 3,26); e la fiducia è la stoffa del vestimento in Cristo mediante il battesimo in Lui (Gal 3,27) e di una vita vissuta fino alla fine per lo Spirito, camminando pure per lo Spirito, lontano quindi da vanagloria, provocazioni, invidie (Gal 5,25-26; il v.26 presenta un comportamento diametralmente opposto a questo esemplificato in Maria/Elisabetta). © Riproduzione riservata - R.T.

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