Riflessioni

LA GARA

La gara La chiesa di Gesù Cristo riceve continui inviti cortesi a iniziative religiose di vario genere: l''invito ad affrettarci a prenotare posti al convegno per ascoltare il grande pastore giunto appositamente per predicare nel corso di qualche serata, l''invito a prenotare per tempo in questo o quel momento di ristoro da trascorrere in un luogo ameno, l''invito ad affrettarci a questo o a quel congresso che si tiene ormai tradizionalmente per scopi elevati (eucaristico, ecclesiale, intercomunitario...); la presenza di un uomo di Dio a Roma o a Milano genera subito l''occasione d''invitare affinché si accorra, si partecipi; l''arrivo di un famoso pastore d''anime, organizzato da una solida struttura, è oggetto di attesa agitata e di inviti pressanti affinché ci si prenoti e si corra ad ascoltare il messaggio nuovo, particolare, eccezionale. Ognuna di queste e altre circostanze si traduce regolarmente in un invito a un vero e proprio "evento", inteso come fatto straordinario, imperdibile. Talvolta l''organizzazione che sta dietro questi inviti non ha nulla da invidiare a quella che si attiva per le esibizioni di famosi gruppi musicali a teatro. Questo genere di inviti, e il loro clamore studiato, lascia perplessi, costringendo spesso a declinarli. Se infatti li si dovesse accogliere tutti si assisterebbe a una gara di corsa, affannata e continua, del popolo di Dio sballottato qua e là per l''Italia. Oggi qui per l''incontro col dotto teologo, domani là per la religiosa settimana ristoratrice, dopodomani altrove per l''imperdibile congresso... È vero che ogni volta il costo di partecipazione alla gara è reclamizzato come modico e alla portata di tutte le tasche, eppure resta la perplessità suscitata dall''invito, che ricorda infatti un altro invito ad un''altra gara, antica, strana, affannosa, alla quale venne invitato il popolo dei credenti. Era la gara di chi con toni allarmanti invitava, anzi avvertiva gli eletti: "Il Cristo, eccolo qui, eccolo là... è nel deserto... è nelle stanze interne..." Eppure Cristo Gesù stesso dice serenamente ai discepoli: "Non ci credete... non ci andate" (Mt. 24,23 ss.). Recentemente, uno di questi avvisi, inviato dopo l''evento, diceva persino: "Non sapete che cosa vi siete persi...", dimostrando così una certa qual preoccupazione verso quanti non vi hanno aderito. Eppure c''è da chiedersi se il ritenere che le loro organizzazioni preparino davvero grandi eventi religiosi non abbia forse fatto dimenticare a certuni un fatto semplice, cioè che per la fede biblica c''è un unico evento, la risurrezione di Cristo Gesù. Gesù è "il Signore" che abita dove "due o tre sono radunati nel suo nome" (Mt. 18,20). L''incontro anche di pochi testimoni della fede alla presenza autorevole del Signore, attorno alla sua Parola scritta, attua compiutamente un fatto umilmente grande, la dimora del Signore fra loro (la shekiná: Gv. 1,14: "ha abitato"). Che questa grandezza umile sia stata dimenticata da qualcuno? O forse questa grandezza umile non basta più ad alcuni? Forse per goderla e gustarla appieno c''è bisogno del grande numero che risponda alla superorganizzazione attivata appositamente per il superevento? Se alcuni credenti si incontrano per pregare e leggere la Parola, forse non è più vero che il Signore è con loro e fra loro? Ma può davvero esistere un "evento" più importante di questo? A che cosa serve - o forse ci si dovrebbe chiedere: a chi serve - un''organizzazione più grande e più organizzata di quella attuata dal Cristo in mezzo ai suoi discepoli? Che cosa mai si sarebbero persi di tanto importante i "due o tre" che stavano assieme al Risorto a leggerne la Parola, mentre erano assenti al "grande evento" organizzato da questa o quella struttura? Mentre si ragiona su queste perplessità, si tiene a Roma il concerto di Madonna (la cantante). L''invito a partecipare è, anche in questo caso, pressante. La massa risponde accampandosi nottetempo nei pressi dell''Olimpico pur di accaparrarsi i posti migliori perché "poterla vedere da vicino è un miracolo" (Il Messaggero, 13/06/2012). Anche per questo "evento" l''organizzazione è stata accurata, la struttura formidabile, l''invito massiccio. Così agisce il mondo, quello che a detta di Giovanni "passa via con la sua concupiscenza" (1 Gv. 2,17). Ma perché mai alcuni religiosi sembrano tentati di imitare il mondo, sperando che l''affluenza ai loro religiosi "eventi" sia pari a quella dei concerti di Madonna (la cantante)? Ancor più formidabile, se possibile, è l''organizzazione mondiale attivata da religiosi che promuovono incontri speciali dove è assicurata la presenza della Madonna (non la cantante). Sembra che alcuni non riescano proprio a persuadersi del fatto che Gesù abbia potuto davvero garantire null''altro che la propria presenza "dove due o tre sono radunati nel suo nome", e abbia persino osato rincuorare un "gregge piccolo" al quale Dio vuol dare nientemeno che il suo regno (Lc. 12,32). Il disagio della perplessità di fronte a inviti ed "eventi" cresce quando si osserva che mediante un iperattivismo studiato si pretende di guidare, formare, organizzare la vita dei fedeli, delle loro famiglie, dei gruppi, delle chiese... Si capisce perciò che a tale pretesa non può più bastare la semplice presenza del Cristo in mezzo ai "due o tre radunati in suo nome". Quando gli scopi diventano altri, ci vuol altro, cioè, appunto, organizzazioni, strutture, "eventi"... Forse le perplessità espresse non faranno desistere gli organizzatori di "eventi" dai loro propagandistici inviti alla gara. C''è ancora, tuttavia, chi a questo genere di proposte preferisce l''invito non plateale, sommesso, genuino, espresso dalla "sottile voce di silenzio" (1 Re 19,12b ) con cui lo spirito del Risorto si rivolge alla persona umana: O voi tutti assetati venite all''acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l''orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi un''alleanza eterna, i favori assicurati a Davide (Is. 55,1 ss.). Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino». Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta ripeta: «Vieni!». Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l''acqua della vita (Ap. 22,16 s.). © Riproduzione riservata - 2012

Vedi allegato

Torna alle riflessioni