Riflessioni

FILIPPO_ANNUNCIARE CRISTO

Sintesi schematica di una riflessione su Filippo l''evangelista Proponiamo la sintesi schematica di una riflessione su Filippo, proclamatore del Vangelo di Cristo. Filippo fu un giudeo ellenista le cui gesta si leggono ai capitoli 6 e 8 del libro degli Atti degli apostoli. Scelto con altri collaboratori dalla chiesa di Gerusalemme come servitore per mansioni interne alla chiesa stessa - l''aiuto rivolto a sorelle vedove povere -, Filippo subì la persecuzione scatenata contro la chiesa dal Sinedrio di Gerusalemme. Costretto come molti a lasciare la città, scese verso Gaza per risalire poi la costa e dimorare a Cesarea, dove lo si ritrova dopo parecchi anni (Atti 21,8). Lo zelo e il coraggio della sua predicazione, come pure la sua buona preparazione biblica, ne fanno un esempio ancor oggi. Esempio di franchezza, ma anche modello di quella predicazione originaria e originale del Vangelo che non conosceva metodi precostituiti e non inventava ad arte eventi per attrarre, poiché lo strumento per attirare a Dio era la Notizia Buona, anzi ottima per ogni essere umano, della morte-e-risurrezione di Cristo Gesù. La preparazione biblica di Filippo era tale che qualunque fosse stato il brano biblico letto dal suo interlocutore, quell''evangelista esperto sarebbe stato capace di annunciargli la salvezza in Cristo Gesù. Siamo agli albori del cristianesimo apostolico, quando la fede è fiducia in Cristo e non dogma, quando la predicazione sgorga fedele da cuori disinteressati, quando la fiducia la si propone, senza imporla per legge o per norma concordataria. Siamo prima del cristianesimo ecclesiatico, e ben prima di aberranti decisioni conciliari frutto non di studio del testo biblico ma di intersezioni indebite tra vangelo e filosofia ellenistica. Siamo prima del regno imperiale di Dio (di Dio?), quello che si arrogherà un diritto giuridico biblicamente inesistente. Ma siamo anche prima degli evangelicalismi d''ogni genere, prima di riforme, prima di improbabili restaurazioni, prima di riordinamenti, ristrutturazioni, riorganizzazioni... Ritornare alla fonte inesaubile e chiara della fede fiduciosa in Cristo Gesù è possibile, basta tornare a familiarizzarsi col testo del Nuovo Testamento, con umiltà e sete di ricerca. Non si tratta di una mera quanto improbabile possibilità storica di tornare indietro nel tempo. Indietro non si torna mai, né si può far finta che duemila anni di storia - spesso storia sporca - non siano trascorsi e non incidano sul presente. Si tratta invece della possibilità concreta di riappropriarsi di un testo che si propone come parola nobile ed eterna di un Dio capace di parlare al cuore dell''essere umano e incapace di mentirgli (Ebrei 6,18). È un Dio che desidera restituire all''essere umano il diritto di diventare suo figlio (Giovanni 1,11 s.). Come l''autore di genio sa trarre dagli scartafacci (Cervantes) la storia che una ri/lettura attenta sa far rivivere, così il lettore scrupoloso si accosta alle carte-documenti biblici per farli rivivere in una ri/lettura umile e accurata. Emerge così la parola del Dio vivo: parola espressa dal Figlio dell''Uomo, trasmessa per scritto una semper, "una volta per sempre", da apostoli ispirati dal suo Spirito vivo. Parola viva, che sbaraglia le parole trite degli imbonitori. Parola viva e perciò pronta sempre a svelare il segreto per imparare a credere, per saper discernere tra fiducia e creduloneria, ma anche per imparare a non farsi trascinare dietro ad ''eventi'' certo eclatanti, ma che poco o nulla hanno a che vedere con l''evento di Cristo Gesù che tutt''oggi plasma un suo popolo fatto di umili ''nessuno'', silenziosi nel bene operare. Si consiglia di leggere la sintesi che segue avendo accanto una copia del Vangelo nell''originale greco o in buona traduzione per poter vedere ed esaminare nel loro contesto i brani citati. La sintesi contiene evidentemente solo accenni a quanto espresso oralmente nel corso della riflessione. Filippo: l''uomo che aprì la bocca per parlare 1. Atti 8,35 - Filippo desidera e anzi ama parlare del Signore Molti credenti sembrano avere la bocca cucita... però solo quando si tratta di parlare del Vangelo? Filippo proviene da una scuola diversa, dove s''insegna fede, coraggio, azione; Coraggio: dopo aver visto ciò che era accaduto a Stefano e a tanti altri credenti a Gerusalemme! 2. La comunità dei credenti seguiva un ordine preciso: parlare di Cristo Gesù Gli eventi accaduti nei mesi precedenti erano tali che non si poteva non parlare: Atti 4,20 - anche a costo di disubbire al Sinedrio; quegli eventi dovevano essere il centro e il cuore della predicazione di Cristo Gesù; • inventare ad arte altri eventi religiosi? Creare e organizzare eventi per attrarre pubblico e trascinare gente in un perenne marketing della religione? Dai 70 ai 100 Euro per partecipare all''evento? 30 Euro per acquistare il kit dell''evento? --- estrema vergogna della religione ridotta a mercato di eventi inventati e inutili; Filippo era persona piena di Spirito e sapienza (Atti 6,3) che esprime col suo parlare saggio. 3. Si dirà che Filippo era coadiuvato da opere potenti (Atti 8,6.13b) È vero: quelle opere servirono allora come conferma della predicazione (Ebrei 2,3 s.); Luca - ispirato da Dio - informa della predicazione di Cristo attuata da Filippo (8,5); Sta forse qui il ''segreto'' del suo parlare: ho creduto, perciò ho parlato (2 Corinzi 4,13 s.)? Lo scopo del parlare è duplice: verso se stessi e verso l''altro: Quando io dirò all''empio... (Ezechiele 3,18 ss.); Filippo sarà ricordato più che come servitore a Gerusalemme, come proclamatore di Cristo, evangelizzatore (Atti 21,8): semplicemente uno che evangelizza, che parla del Vangelo di Gesù; Parla alle folle (8,6), genera allegrezza (8,8), parla a uomini e donne (8,12). 4. Uno che parla del Vangelo: però lascia la chiesa di Samariaper andare in una via deserta... (8,26) Una scelta illogica? Lasciare il gregge a Samaria per andare dove? Le scelte di fede esigono talvolta un andare in luoghi insoliti: ubbidire senza sapere dove si va... (Ebrei 11,8); Va verso Gaza: quanto è tristemente famoso ancor oggi questo luogo! 5. Un''anima si allontana da Gerusalemme e legge la Bibbia pur senza capire... (Atti 8,30-31) Filippo parla e cominciando da quel brano gli annuncia Gesù; Filippo non segue schemi preconcetti né metodi speciali di evangelizzazione...; Rari sono oggi i luoghi o i pulpiti da dove si predica Gesù Cristo; Predicare Gesù significa predicare anche la fede fiduciosa in lui e la nuova nascita battesimale in lui; Filippo parla e agisce: l''eunuco ministro viene innestato a Cristo (Romani 11,17b). 6. Filippo scompare: la sua opera è conclusa e non più necessaria; Resta l''allegria del ministro di Candace, regina d''Etiopia (Atti 8,40); Resta cioè il regno di Dio (Romani 14,17) che crescerà anche in Etiopia; qualche verso di un poema etiopico del XIV sec., Per i martiri di Nagerân, aiuta a comprendere la forza e la crescita di quel regno: I santi martiri gridarono dicendo: "Noi non rinnegheremo Cristo. / In lui abbiamo creduto e nel suo nome siamo stati battezzati". / I santi martiri proclamarono: "Noi crediamo in Cristo, / al quale siamo sottomessi per mezzo del santo Vangelo". / E di nuovo tutti lo proclamarono, uomini, donne e bambini, e dissero: / "Con cuore saldo noi crediamo in Cristo". / I martiri dissero: "Questo mondo è temporaneo. Noi crediamo in Cristo / e in lui confidiamo, poiché è lui la nostra speranza". / I nomi dei santi martiri furono scritti nei cieli / nel Libro della Vita che non si deteriora né si consuma. / (...) / Oh terra di Nagerân, la tua fama ha raggiunto il cielo: / il martirio dei tuoi martiri nel nome di Gesù. Ancora nel VI secolo il bene fatto dalle parole di Filippo portava conseguenze positive! Grazie a un solo uomo che all''inizio aveva parlato di Cristo; imitiamolo con fede e coraggio in mezzo a una generazione distratta persino quando augura ''buona pasqua''. [R.T.]

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